Archivio mensile:Febbraio 2014
Di Renzi, cripto-grillini e canari
Come ricorderete, non ho mai creduto nel cambiamento portato da Matteo Renzi nel PD. O meglio, non ho mai creduto che quel cambiamento, che lui rappresenta(va), fosse anche lontanamente parente della mia idea di PD. Gli ho votato contro, fieramente, in due primarie su due, ma la seconda volta sono stato minoritario e me lo sono trovato come segretario del mio partito. Ritenevo che potesse fare solo danni, che non avesse la preparazione per essere il leader di un partito di sinistra, che banalmente non avesse un’idea di partito nella quale potessi riconoscermi. In realtà, pare oggi che la situazione potrebbe davvero essere molto più semplice.
The whole nine yards of indignation
Giorni fa, il mio pilota-blogger di riferimento tornava, statistiche alla mano, su quanto volare (su un aereo di linea) sia oggi enormemente più sicuro che anche solo una ventina di anni fa (e su come questo dipenda solo in piccola parte dagli avanzamenti tecnologici). Però, diceva anche poco dopo:
You almost wouldn’t know it, however, surfing the Web or clicking on the television. The media’s habit — and by media I’m referring to both commercial and social media — of overhyping even the most minor malfunction has convinced many people that accidents are in fact more common, and that flying has become more dangerous, when exactly the opposite is true.
Macarons
Premessa: più vedo i grillini e il grillismo all’opera, più mi viene da ri-linkare i miei post del passato. (Repetita iuvant, per esempio, però due palle).
La scorsa settimana sono stato a Parigi per lavoro (chi vivrà, vedrà…). Il penultimo giorno che ero lì, Ale mi scrive da Roma e mi dice:
Se hai tempo vai qui http://www.pierreherme.com/ e mi compri una scatolina di macarons e altri dolcetti se ti ispirano? Sul sito trovi tutte le locations a Parigi!
Ero a pochi isolati dalle Galeries Lafayette (una delle locations di cui sopra) e mi è sembrato giusto andare. Entro nelle mille luci di questa mega Ur-Rinascente, dove non ero mai stato (nemmeno in gita scolastica, per dire). Un palazzo molto bello infestato da specie di luxury-suk del XXI secolo (a cui però è molto difficile non far caso in nome dell’architettura): un non-luogo strabico, che con un occhio vigilerebbe arcigno sul gusto francese, mentre strizza l’altro al burinismo italo-giappo-sino-slavo-arabo.