Prendo un taxi alle 7.10 da largo argentina per Ciampino. Il tassista ci fa scendere a Piazza Venezia dicendo che l’auto e’ rotta e non ci puo’ accompagnare. Ci molla di fronte ad un altro taxi per proseguire poi verso via del corso. L’altro tassista smadonna dicendo che quello di prima ci ha scaricati perche’ ‘anna’ a Ciampino mo e’ un dito in culo! Che ce vado a fa pe 30 euro e poi rimango bloccato du ore pe’ torna’!! Vergognaaa…read more
Tre giorni fa commentavo un mantra ripetuto dal governo sulla riforma del mercato del lavoro, oggi vorrei dire due parole su un altro di questi mantra, sempre più o meno di quella parte lì: quelli che dicono “io tutti questi imprenditori che non vedono l’ora di licenziare i dipendenti, in giro non li vedo“. Con i soliti sottotesti, che siamo tutti nella stessa barca, che i dipendenti sono l’azienda, che se si vogliono mandare le persone a casa, ci si riesce pure con le leggi attuali.read more
Ieri giretto. 400 km di buon passo con Bnb (dopo sei mesi di assenza e rodimenti) e Jedan. Tempo un po’ così, ma alla fine solo un po’ di pioggia da Rieti a Roma.
Obiettivo Castelluccio, con andata e ritorno piuttosto eterovaghi (neologismo). Bella giornata, tutto sommato, anche perché visto il tempo c’eravamo solo noi in giro, per il malcelato scorno del ristoratore di Castelluccio, che non faceva altro che ripetere che “ieri, invece, era una giornata bellissima, peccato che era venerdì“.read more
Oggi Metilparaben dedica la sua attenzione ai pedoni e alla iattura che molti di loro sanno essere per chi va in giro in macchina o, come me e lui, in moto. Ovviamente, tutti siamo “pedoni di qualcun altro” in qualche specifico momento della vita, quindi, diversamente da quanto accade con i ciclisti, è probabile che anch’io ricada di quando in quando in una delle categorie da lui elencate…
Il suo post mi dà però l’occasione di descrivere un’ulteriore categoria da lui ingiustamente trascurata e di cui avevo già intenzione di parlarvi. E’ una versione modificata del suo Pedone diffidente, quello cheread more
La riforma del lavoro di cui si parla (ve ne siete accorti anche voi?) in questi giorni ha diversi mantra che vengono ripetuti da una parte e dall’altra. Ce n’è uno in particolare, ripetuto dal Governo, che dice più o meno: “Non bisogna tutelare il posto di lavoro, bisogna tutelare il lavoratore“. Come a dire che di posti di lavoro di cui liberarsi in Italia ce sono fin troppi, ma è pur sempre una brutta cosa mettere tutta quella gente in mezzo a una strada.
Già su questo, sull’inutilità/inadeguatezza/irrilevanza di molte presunte attività produttive in Italia, nessuno ha mai il coraggio di dire abbastanza: molte aziende italiane sono dei dinosauri, sia come prodotto/servizio erogato, sia come mentalità d’impresa. Fermo restando che in questo rigoglioso e affascinante giurassico industriale, gli imprenditori non hanno nessun alibi possibile, perché loro è la prima responsabilità del posizionamento delle loro aziende, i lavoratori pensano bene, con questi chiari di luna, di lavarsene le mani riesumando la “lotta di classe”.read more
Non so da che parte cominciare… Ho buttato giù un po’ di note, mentre ero lì, ma stavolta è davvero dura.
Dopotutto, quando ero tornato dal deserto tre anni fa, avevo aspettato un bel po’ a scrivere del fattaccio ivi accaduto e ancora di più per la parte più strettamente turistico-antropologica.
Dai… Cominciamo con le cose facili. Il viaggio è stato fantastico. Tutto – la natura, il posto, le persone che ho conosciuto, la motoslitta, l’esperienza in sé – sono state cose che in mille occasioni, nella solitudine del casco (anzi della balaclava completa), mi hanno fatto strillare (davvero!) di gioia e dire fra me e me: “Arbe’, ma ‘ndo te porto!”read more
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